mariano fiumara
Di passaggio un'ora abbondante prima dell'ora pranzo, ci fermiamo a prendere un caffè. Non siamo della zona e stavamo decidendo se sbrigarci a finire le nostre commissioni e rientrare verso Milano o fare con calma e pranzare in campagna.
Mentre beviamo il caffè spunta un bimbo dalla cucina, ruba un pacco di biscotti al bancone del bar e immediatamente viene inseguito da quella che abbiamo immaginato essere la nonna (mi perdoneranno se non è così), sorridente nel suo grembiule intenta a togliere i biscotti a quel discolo.
Ci ispira subito di cucina familiare, leggiamo un paio di recensioni e prenotiamo per 5 all'una e mezza.
E abbiamo fatto proprio bene.
I salumi che ci portano per antipasto (circondati da sottaceti vari e porcini sott'olio) sono da 5 stelle, così come i tortelli alle erbette fatti in casa. Ma siccome l'appetito vien mangiando ci facciamo ingolosire dalle costine al forno che vediamo nel piatto di altri clienti, ne ordiniamo 3 porzioni (Stra abbondanti) che ci dividiamo con una specie di frittata arrotolata con del branzino che non mi ricordo come si chiama ma era veramente buona.
Classici dolci, 2 bottiglie di Malvasia secca, caffè e ammazzacaffé che ci lasciano gentilmente sul tavolo.
Ce ne torniamo verso casa con la panza piena e con la consapevolezza che a Milano avremmo speso almeno il doppio.
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